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L’etica é il fondamento del sentiero, è come il campo fertile in cui tutto può crescere bene, e si radica nell’amore, nella compassione e nell’altruismo. È ciò che permette di andare nella direzione giusta, infatti, applicarsi alla meditazione senza etica, non porta frutti commestibili. La meditazione è il metodo speciale, è come impegnarsi a far crescere il raccolto, è ciò che permette di andare oltre una mera conoscenza intellettuale in quanto apre delle porte nella coscienza altrimenti difficilmente accessibili. La saggezza è l’obbiettivo, come il frutto maturo.

Ci sono vari aspetti della saggezza, quanto intesa come l’obbiettivo si intende che il risultato del sentiero è uno stato di conoscenza definitiva di sé stessi e della realtà. Quando parliamo di realtà possiamo distinguere due aspetti, quello convenzionale, ossia “il ciò che appare”, qui rientrano tutti i fenomeni di cui facciamo esperienza, i quali appaiono in forza del sorgere interdipendente; e quello ultimo, ossia il “ciò che è”, qui si intende la natura stessa di tutti i fenomeni di cui facciamo esperienza, che è la vacuità.

La saggezza ultima viene a volte suddivisa in quelle che sono chiamate le cinque saggezze. Si parla in questo caso della “saggezza della realtà essenziale”, che indica il comprendere direttamente la natura ultima di tutti i fenomeni, la vacuità, il ciò che é. Abbiamo poi la “saggezza del discernimento”, che indica la capacità di comprendere chiaramente tutte le cause e le condizioni interdipendenti che portano all’apparire di un qualsiasi fenomeno. In altre parole, si acquisisce la capacità di leggere chiaramente la realtà che ci sta davanti con tutte le sue complesse dinamiche. Abbiamo poi la “saggezza simile allo specchio”, che indica il realizzare la non-dualità dei due aspetti della realtà, quello convenzionale e quello ultimo. Il ciò che appare non è altro che il ciò che è, e il ciò che è non è altro che il ciò che appare. Interdipendenza e vacuità sono indivisibili, i vari fenomeni interdipendenti possono manifestarsi senza impedimenti solo e soltanto in forza del loro essere completamente vuoti. L’immagine del riflesso in uno specchio ci aiuta ad intuire questa non-dualità di apparenze e vacuità. Queste tre saggezze sono forse quelle principali, le altre due sono delle qualità che da esse risultano, come la “saggezza dell’equanimità”, in forza della quale non si è più vittime del desiderare e del rifiutare, del gioire e del soffrire, a questo livello ogni cosa ha un unico sapore, il sapore della beatitudine. L’ultima è la “saggezza che tutto compie”, ossia la realizzazione che si traduce in atto, la conoscenza della realtà e la beatitudine non rimangono fini a sé stessi, ma si manifestano spontaneamente in attività incessanti a favore degli altri.

Le cinque saggezze brevemente considerate sono il frutto maturo, ma ovviamente la conoscenza superiore è qualcosa che cresce lentamente, come un germoglio, e sta a noi coltivarla con cura. In generale, grazie alla pratica, la comprensione che abbiamo di noi stessi, della realtà che ci circonda e delle situazioni che ci ritroviamo a vivere incrementa gradualmente e ciò ci aiuta innanzitutto a vivere meglio e ci permette di far fronte alle varie sfide che incontriamo con strategie migliori. La conoscenza non è quindi solo il frutto, ma anche una fidata amica che ci accompagna sulla via, mostrandoci le decisioni da prendere e le direzioni da seguire.

Le vedute che abbiamo, ossia il nostro modo personale di interpretare la realtà, che potremmo anche chiamare “credenze”, determinano completamente le nostre azioni e le nostre scelte, tutti agiamo, infatti, sulla base di quello che crediamo sia giusto o sbagliato. Purtroppo, spesso le nostre concezioni derivano piuttosto dalla nostra storia personale e dal nostro ego, che ci plasmano e ci fanno credere in questo o in quell’altro, portandoci ad avere una percezione della realtà distorta e di conseguenza ad un agire poco salutare per noi e per gli altri. Adottare le vedute corrette implica fare lo sforzo di guardare onestamente in sé stessi, riconoscere tutti i limiti sociali, culturali, famigliari e religiosi che ci hanno portato a credere a questo piuttosto che a quell’alto e che hanno forgiato tutti i nostri valori. Conoscere vuol dire infatti imparare a guardare senza filtri, solo così potremo avere delle vedute imparziali e senza limiti, e il nostro interpretare la realtà sarà finalmente coerente.   

Dal sutra del cuore:

Fidati continuamente della più elevata conoscenza trascendentale,
senza oscuramenti mentali si trascende la paura.
Lascia completamente l’illusorio e raggiungi il Nirvana.
Ogni Buddha dimorante nei tre tempi si affida alla più elevata conoscenza trascendentale
e si manifesta nella suprema Bodhi,
 completamente e perfettamente risvegliato.

Lo sbocciare della saggezza

Il Dharma ci offre molteplici metodi per coltivare le diverse qualità di cui abbiamo bisogno nel mistico viaggio verso la nostra natura più sacra. Anche il fiorire della saggezza può essere indotto e supportato da approcci diversi, che possono essere coltivati insieme ma anche approcciati individualmente, a dipendenza delle nostre predisposizioni.

Una prima possibilità è l’approccio filosofico. Qui si enfatizza lo studio dei sutra e dei testi di riferimento delle principali scuole filosofiche, la riflessione approfondita su di essi, e la meditazione analitica. Investigare approfonditamente il sé e i fenomeni mediante i testi e l’analisi permette di farsi un’idea molto precisa della realtà, e questo ci permette di andare al di là del nostro modo ordinario e piuttosto superficiale di considerare le cose. Una persona saggia vede le cose per quello che sono, senza ingigantire o diminuire la realtà; noi tendenzialmente facciamo l’opposto, tendiamo ad esagerare ciò che è rilevante per noi e denigrare ciò che riteniamo insignificante. Più in dettaglio, la filosofia ci aiuta ad intuire il senso profondo del sorgere interdipendente e della vacuità.

Un alto approccio è quello del tantra, dove mediante il supporto di metodi particolari, che includono anche pratiche yoga speciali e il trasformare le emozioni forti, viene indotta la “saggezza illustrativa”, uno stato di coscienza sottile libero dall’impeto dei pensieri, in cui siamo portati brevemente faccia a faccia con un tipo di conoscenza non-concettuale, più vasto e profondo del nostro modo di conoscere ordinario concettuale e dualistico. Generalmente la conoscenza è intellettuale e si basa su dei processi di pensiero, inoltre è duale, in quanto si tratta di un soggetto che conosce un oggetto. Qui stiamo parlando di un modo di conoscere completamente diverso, che non si basa sul pensiero e che trascende la distinzione tra soggetto conoscente ed oggetto conosciuto. Potremmo forse dire che si tratta piuttosto di un “abitare la realtà”, non tanto un comprenderla come un oggetto.

Il terzo approccio principale è quello delle istruzioni orali, qui i due fattori principali per far sbocciare la saggezza sono la devozione al maestro e la grande compassione. Sono le due espressioni dell’amore. L’amore per il sacro è la devozione e l’amore per il prossimo è la compassione, qui è l’amore che induce la saggezza. L’amore ci fa dimenticare di noi stessi e ci porta ad essere tutt’uno con l’amato. L’amore distrugge tutti i limiti del nostro ego aprendo uno spazio sconfinato imbevuto di saggezza, l’amore ci porta ad essere così intimi col sacro per farci poi scoprire che noi stessi siamo il sacro, noi stessi siamo la realtà, noi stessi siamo amore e saggezza suprema.

Il grande Mahasiddha Tilopa ci dice:

La consapevolezza della nostra quiddità intrinseca è il risultato.
Dal momento che ci si risveglia a ciò non c’è più nessun sentiero da seguire.
Tuttavia gli stolti di questo mondo ricercano altrove.
Liberatevi dall’inseguire speranze e timori.
Questa è la felicità.

Colui che pacifica l’afferrarsi al sé con la mente
purifica completamente le apparenze dualistiche.

Senza pensare, immaginare o analizzare,
senza meditare o agire con speranze e timori,
i costrutti mentali che supportano l’afferrarsi a qualcosa
vengono liberati lì dove sono,
e così si arriva esattamente all’attualità primordiale.

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La meditazione

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